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Verniciatura industriale: dai pigmenti al supporto, i fattori che pesano su durata e resistenza del colore

Quanto può resistere un colore industriale in applicazione esterna? Prevederlo è piuttosto difficile, perché dipende da diversi fattori.

Un valido aiuto per una valutazione il più possibile precisa arriva dalla Norma BFS n° 26, edita in Germania dalla Bundesausschuss Farbe Sachwertschutz: la commissione federale tedesca colori e tutela dei beni si è infatti impegnata per identificare tutte le variabili, e definire una classificazione basata su gruppi e classi.

Ne emerge, innanzitutto, che alcuni fattori d’influsso sono riferiti al prodotto verniciante: le caratteristiche dei pigmenti, di natura organica o inorganica, hanno ad esempio un peso notevole sulla resistenza dei prodotti. In quelli con pigmenti colorati inorganici è superiore rispetto a quelli con pigmenti organici in termini di stabilità di tinta: molti toni brillanti e saturi, tuttavia, possono essere realizzati quasi soltanto con questi ultimi. La classificazione secondo la norma BFS Nr.26 può essere utile a valutare le caratteristiche dei pigmenti organici e inorganici in quanto considera diversi parametri: a essere presi in esame sono l’intensità della tinta, la brillantezza dei colori, la copertura, la disponibilità di colori, la resistenza alla luce, quella agli alcali, la base del legante, l’impiego all’esterno e quello all’interno.

Altri fattori legati al prodotto sono il tipo di leganti (resine) utilizzati, così come la quantità: questi, infatti, influiscono su diverse caratteristiche finali, come la tendenza allo sfarinamento o all’ingiallimento. Di base, quanto più alto è il contenuto di resina organica, tanto più i pigmenti risultano coesi e protetti dal degrado.

Una terza categoria di variabili che ha grande peso sulla resistenza del colore è rappresentata dagli agenti atmosferici e climatici: l’umidità, l’irraggiamento solare, le piogge acide, i gas da scarichi industriali, il deposito di inquinanti e le infestazioni microbiologiche aggrediscono infatti la superficie del prodotto verniciante, con conseguente e inevitabile variazione o perdita di colore.

Veniamo infine alle caratteristiche del supporto: l’alcalinità, la differenza di materiali che compongono un manufatto e la presenza di plastificanti nei prodotti di sigillatura possono generare reazioni chimiche di degrado, e dunque determinare variazioni cromatiche. Altrettanto importanti sono le condizioni del supporto: in particolare la condizione di pH e la presenza di sostanze solubili tali da generare efflorescenze.

Il pretrattamento e la regolarizzazione delle superfici, specie in presenza di discontinuità, sono fondamentali per evitare la comparsa, poco dopo la pitturazione, di antiestetiche macchiature e persino variazioni cromatiche dovute alla reazione dei pigmenti del colore con l’alcalinità del supporto.

Prendere in considerazione anche queste ultime variabili, evitando di concentrarsi esclusivamente sul prodotto, è quindi cruciale per una scelta oculata.

Se si desidera approfondire il tema della verniciatura industriale, è possibile richiedere il Manuale Assovernici per l’industria, come principale riferimento in Italia in materia di vernici liquide e in polvere per l’industria.