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Pittura per calcestruzzo: quali sono gli aspetti da considerare per scegliere quella giusta?

Scopri con gli esperti di Assovernici come individuare la pittura per calcestruzzo

La pittura per calcestruzzo è una soluzione verniciante specifica per la decorazione, protezione e manutenzione di opere edilizie con supporto in calcestruzzo. È una tipologia di pittura che deve offrire prestazioni elevate: impermeabilizzazione, copertura e possibilità di applicazione su supporti fortemente alcalini, senza incorrere nel pericolo di sfarinamento, tipico del supporto in calcestruzzo.

Si definisce calcestruzzo un conglomerato formato da leganti idraulici, ghiaia di varia pezzatura e vari additivi che ne modificano le caratteristiche.
Il calcestruzzo armato, usato per la costruzione di opere civili e costituito da calcestruzzo a cui si aggiunge un’armatura di barre di acciaio, detti comunemente tondini, annegata al suo interno e opportunamente sagomata, non solo subisce le aggressioni tipiche di tutti i manufatti come sfaldamenti, cavillature, lesioni, bensì, è soggetto anche all’azione dei gas acidi presenti nell’aria naturalmente o come inquinanti. In precedenza, si pensava che l’elevata alcalinità creata dall’idratazione del cemento, che deve avere un pH superiore a 13, fosse in grado di restare stabile nel tempo, impedendo lo sfarinamento del calcestruzzo e l’ossidazione dei ferri di armatura.

Oggi, invece, sappiamo che l’azione dell’anidride carbonica presente nell’atmosfera e gli eventuali inquinanti presenti nelle aree urbane, come ad esempio l’ anidride solforosa, si diffondono nella matrice cementizia causandone il graduale abbassamento del pH. Se il valore del pH scende sotto il 9 o 10, la protezione fornita dall’alcalinità viene meno e questo causerà ossidazione dei ferri di armatura, aumento del volume e successiva comparsa di lesioni e distacchi di materiale.

Oltre a questo tipo di aggressione, vi sono altre azioni corrosive che possono essere peggiorate a causa dei sali disgelanti o dalla esposizione all’aerosol marino. Durante il processo di ricostruzione del calcestruzzo, è consigliato coinvolgere un professionista che possa essere in grado di determinare l’entità del problema e individuare la tipologia di malta da ricostruzione compatibile con le esigenze del cantiere. Il professionista potrà determinare la tipologia di malta più idonea, scegliendo tra le categorie R2, R3 e R4.

 Pittura per calcestruzzo: il fenomeno dello sfarinamento

Il ciclo di verniciatura è strettamente correlato al supporto: per capire che tipologia di pittura utilizzare è indispensabile conoscerne la natura e lo stato di conservazione di quest’ultimo. Anche il miglior prodotto, se applicato su un fondo non idoneo o non preparato in modo adeguato, è destinato fatalmente ad avere un sicuro insuccesso.

Per la buona riuscita di un ciclo applicativo, è di fondamentale importanza rispettare in maniera scrupolosa le indicazioni fornite dalle schede tecniche del prodotto. Vi sono però delle verifiche preliminari che talvolta non sempre possono essere riportate sulle schede tecniche, ma che dovrebbero far parte della professionalità dell’applicatore.

Abbiamo detto che il calcestruzzo è un conglomerato formato da leganti idraulici, ghiaia di varia pezzatura e vari additivi: nel caso di questa tipologia di materiale, è possibile andare incontro al fenomeno dello sfarinamento. Lo sfarinamento è dovuto al degrado superficiale del supporto e può interessare, in generale, qualsiasi prodotto murario, vecchie pitture, intonaci e ovviamente, calcestruzzo come in questo caso specifico.

Le cause dello sfarinamento sono diverse: usura causata dagli agenti atmosferici, dal tempo e anche da errori nella formulazione dei prodotti o nella messa in opera. Lo sfarinamento si nota a livello superficiale del supporto e non deve essere confuso con il fenomeno della perdita di adesione che invece interessa uno strato interno ben definito e coeso di materiale non ancorato al fondo. Lo sfarinamento si rileva semplicemente strofinando la superficie con un panno nero, a volte semplicemente passando la mano sulla superficie. È importante evitare di pitturare su superfici sfarinanti, poiché quasi certamente si pregiudicherebbe l’adesione del prodotto di finitura.

Pittura per calcestruzzo: le pitture anti-carbonatazione

Le pitture anti-carbonatazione, grazie alla loro specifica composizione, sono in grado di formare una barriera impermeabile sia all’acqua che al passaggio dei gas come l’anidride carbonica, proteggendo così le strutture dal degrado. È un prodotto quindi ideale per la verniciatura del calcestruzzo.

Una delle principali cause di decadimento del calcestruzzo armato è rappresentato dalla carbonatazione, un processo chimico in grado di corrodere le armature in ferro, alterando non solo l’aspetto della facciata, ma compromettendo la resistenza dell’intera struttura. Il problema si presenta quando gas di natura acida come anidride carbonica e solforosa o sali come i cloruri vengono assorbiti dal calcestruzzo. Essendo presente ossigeno con umidità o acqua piovana, verrà a crearsi un ambiente acido. A questo punto il valore del pH, normalmente intorno a 11-12, scenderà fino a raggiungere un valore inferiore a 9 che è il punto in cui inizierà l’ossidazione dei tondini metallici dell’armatura.  

La pittura anti-carbonatazione è un prodotto a base di polimeri organici, ecco i principali benefici:

–           elevata resistenza a condizioni ambientali avverse;

–           resistenza in ambienti marini ed industriali pesanti;

–           resistenza all’alcalinità dei supporti cementizi;

–           elevata impermeabilità;

–           bassa presa di polvere e sporco presente nell’atmosfera;

Pittura per calcestruzzo: scopriamo la norma di riferimento per le opere all’esterno

La norma di riferimento per le pitture e i sistemi di verniciatura di opere murarie o di calcestruzzo all’esterno è la UNI EN 1062.

L’obiettivo di tale norma è quello definire i criteri generali, e le caratteristiche più importanti, che dovrebbero essere tenute in considerazione per la scelta del genere di rivestimento da utilizzare in esterno a seconda del tipo di supporto e per i diversi scopi principali che possono essere:

conservazione: trattamento avente l’obiettivo di mantenere il supporto in una condizione che sia la più vicina possibile allo stato originario (ad es. dare idrorepellenza);

decorazione: trattamento primario per modificare o ripristinare l’aspetto del supporto (ad es. dare colore, brillantezza);

protezione: trattamento il cui obiettivo è quello di proteggere il supporto da acqua, azione atmosferica, chimica, meccanica, biologica.

Secondo la norma, il tipo di legante contenuto nel prodotto può essere classificato in base:

alla natura chimica: per esempio resina silossanica, resina acrilica, silicato alcalino, altro. A tale proposito, per entrare più nel dettaglio, ci sono norme che entrano nello specifico, dando anche indicazioni sulla percentuale di legante che deve essere presente in una data formulazione, affinché il prodotto possa o meno appartenere ad una determinata categoria.

allo stato fisico: può essere in dispersione o in soluzione, può essere in acqua o in solvente organico.

La classificazione delle soluzioni vernicianti per esterni secondo la norma UNI EN 1062-6 tiene conto di diverse caratteristiche, tra cui la permeabilità all’anidride carbonica: è una peculiarità importante nel caso di prodotti adoperati nella protezione di strutture in cemento armato.

La diffusione di anidride carbonica nel supporto cementizio causa il processo di carbonatazione: a seguito di ciò, si verifica un abbassamento del pH basico del cemento, fondamentale per garantire la passivazione del tondino di acciaio annegato nella struttura. Qualora il pH scende al di sotto di un certo valore (pH 9), il ferro può iniziare a corrodersi producendo ossido di ferro, denominato comunemente “ruggine”.

La formazione di ruggine causa l’aumento di volume all’interno del calcestruzzo: otterremo così delle tensioni interne. Quando la sovrapressione supera la resistenza a trazione del materiale si ha la fessurazione del copriferro con conseguente espulsione locale dello stesso o completa delaminazione (quando l’effetto dirompente interessa più ferri vicini). Oltre ai danni estetici, si può avere un indebolimento della struttura, dovuta al calo della resistenza a trazione.

La norma UNI EN 1062-6 prevede due metodi per la determinazione di questa grandezza che sono il metodo gravimetrico e il metodo con gas di trasporto: per approfondire questi due temi vi consigliano di richiedere e consultare il Manuale pitture e vernici per edilizia di Assovernici.

Per individuare le soluzioni vernicianti per calcestruzzo più adatte tra le pitture e vernici per edilizia presenti attualmente sul mercato, si dovrà tenere conto non solo all’aspetto estetico che il prodotto è in grado di conferire alla superficie, bensì anche della capacità di proteggere efficacemente il supporto in legno dalle varie aggressioni chimiche e ambientali.