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Pittura smacchiabile e lavabile: quali sono le differenze?

Gli esperti di Assovernici illustrano le principali differenze tra pittura smacchiabile e pittura lavabile per interni, termini che vengono spesso erroneamente considerati sinonimi

Pittura smacchiabile e pittura lavabile sono sinonimi, come spesso si crede, o indicano soluzioni diverse tra loro? Gli esperti di Assovernici rispondono: le due tipologie di pitture per interni non sono alternative tra loro, hanno caratteristiche differenti e trovano applicazione in casistiche ben distinte. Vediamo quali in questo articolo.

Pittura smacchiabile e pittura lavabile: le differenze e quando prediligere l’una o l’altra

Capita molto di frequente che gli utilizzatori, anche professionali, facciano confusione tra il concetto di pittura smacchiabile e quello di pittura lavabile, entrambe pitture e vernici per l’edilizia utilizzate per il trattamento delle pareti all’interno.

Come vedremo più avanti in questo articolo, la lavabilità di una pittura rappresenta la resistenza all’abrasione a umido, un parametro normato dalla ISO 11998. Esistono 5 classi di lavabilità: la lavabilità di classe 1 è la più resistente, la lavabilità di classe 5 è quella più debole. E’ importante rilevare, tuttavia, che una pittura in classe 1, pur essendo molto resistente all’abrasione a umido, non è necessariamente smacchiabile. Ciò significa che, anche in presenza di un’ottima resistenza all’abrasione a umido, quando il film di pittura viene impregnato da una sostanza aggressiva (quale grasso, caffè, sugo) che entra in profondità, si formerà una macchia che non potrà essere asportata completamente, se non compromettendo l’integrità del film applicato. Solo le pitture che permettono la rimozione completa delle macchie vengono definite pitture smacchiabili: sono normalmente in classe di lavabilità 1, ma hanno in più la caratteristica di non far penetrare le sostanze aggressive nel film di pittura applicato. A differenza di quelle definite lavabili, nel caso delle pitture smacchiabili, la macchia viene asportata abbastanza facilmente, anche utilizzando i comuni detergenti per la pulizia. Nel caso delle pitture smacchiabili è comunque importante che le macchie vengano asportate nel giro di qualche minuto, altrimenti l’azione di smacchiatura potrebbe risultare più difficoltosa e causare, in alcuni casi, delle alonature visibili sulla parete.

Per queste sue caratteristiche, la pittura smacchiabile si rivela quindi la soluzione ideale per quegli ambienti soggetti ad un uso intenso e forte usura o dove vi sia anche la necessità di frequenti lavaggi, come nelle parti più bassi di cucine, corridoi, scale, locali sanitari e pubblici.

La pittura lavabile risulta invece perfetta nei casi in cui sia richiesta una finitura di pregio, esteticamente piacevole e resistente, per quei locali che vengono in genere utilizzati per viverci o accogliere gli ospiti, come salotti e soggiorni, ma che sono meno soggetti alla formazione di macchie.

Pittura smacchiabile: le principali caratteristiche

Vediamo ora più da vicino le caratteristiche della pittura smacchiabile, chiamata anche pittura antimacchia. Si tratta una pittura particolare proposta sul mercato sia come soluzione unica in doppio strato, che in combinazione con uno strato di fondo, realizzata con polimeri e additivi particolari, in grado di non far penetrare nel film di pittura le sostanze che tendono a macchiare. Così, grazie all’utilizzo della pittura smacchiabile, le macchie sulle pareti possono essere rimosse mediante l’utilizzo di comuni detergenti per la pulizia, o in alcuni casi utilizzando esclusivamente dell’acqua. Macchie come quelle di caffè o di sugo di pomodoro sono infatti idrosolubili, mentre quelle di grasso o altre sostanze oleose non lo sono e necessitano di detergenti.

Uno degli ambienti più soggetti alla formazione di macchie sulle pareti è la cucina. In questo caso l’utilizzo di una pittura smacchiabile risulta ideale. E’ bene tener presente tuttavia che più tempestivo è l’intervento di smacchiatura e più è probabile che la macchia scompaia completamente. La maggior parte delle pitture smacchiabili presenti in commercio garantiscono la totale rimozione delle macchie se si interviene entro 30 minuti dalla formazione delle stesse; con alcune pitture particolarmente performanti. Tuttavia, si possono ottenere eccellenti risultati su buona parte delle macchie anche intervenendo nell’arco delle 24.

E’ bene tenere presente che le pitture smacchiabili sono formulate per evitare che le sostanze contaminanti possano essere assorbite dal film applicato; costituiscono pertanto una soluzione preventiva alla formazione delle macchie.

La prova di smacchiabilità di una pittura è normata secondo la UNI EN ISO 11998, e viene effettuata applicando varie sostanze imbrattanti sul campione di pittura. Una volta effettuati 200 cicli di strofinamento a umido, si verifica se le macchie sono state rimosse.

La lavabilità secondo le norme UNI EN13300 e UNI EN ISO 11998

La pittura lavabile viene utilizzata principalmente per la tinteggiatura di ambienti di pregio dove sia necessario cioè avere un ottimo aspetto estetico che si mantiene nel tempo con un grado di lavabilità elevato. Il grado di lavabilità, diverso comunque da quello di smacchiabilità, viene determinato secondo specifiche norme.

La UNI EN 13300 è la norma generale europea di riferimento per le pitture ed i sistemi vernicianti all’acqua per pareti e soffitti interni. Questa norma internazionale differenzia i prodotti in base alle loro caratteristiche di resistenza all’abrasione a umido, al rapporto di contrasto, alla brillantezza e alla presa di sporco. Ogni caratteristica viene poi valutata e misurata con metodi che fanno riferimento ad altre norme: nel caso specifico della lavabilità la norma di riferimento è la UNI EN ISO 11998. La classe di lavabilità di una pittura viene determinata mediante una prova che prevede l’utilizzo di un tampone abrasivo che misura la perdita di spessore della pittura dopo un determinato numero di cicli spazzola (classe 1-3: 200 cicli, classe 4-5: 40 cicli). La prova viene condotta sul prodotto in bianco, base 1, e la misurazione della perdita di spessore viene effettuata mediante uno spessimetro.

Il test dura circa una decina di minuti. A seconda del livello di resistenza all’abrasione a umido, viene effettuata la suddivisione in cinque classi:

  • classe 1: perdita di meno di 5 micron di spessore dopo 200 cicli spazzola;
  • classe 2: perdita da 5 micron a meno di 20 micron di spessore dopo 200 cicli spazzola;
  • classe 3: perdita da 20 micron a meno di 70 micron di spessore dopo 200 cicli spazzola;
  • classe 4: perdita di meno di 70 micron di spessore dopo 40 cicli spazzola (classificato “non lavabile”);
  • classe 5: perdita di 70 micron o più di spessore dopo 40 cicli spazzola (classificato “non lavabile”).

La lavabilità secondo la norma UNI 10560

La lavabilità di una pittura viene anche espressa in numero di cicli Gardner (definiti come doppio passaggio di spazzola su un provino) secondo la norma UNI 10560. In questo caso, anziché misurare la perdita di spessore dopo un numero di cicli prefissato, si misura il numero di cicli Gardner necessari ad asportare completamente il film di pittura dal provino trattato. Questa Norma, utilizzata in passato, definisce tre classi:

  • ottima resistenza al lavaggio, ossia idropittura super-lavabile: in grado di superare un numero di cicli superiore a 5000;
  • resistente al lavaggio, ossia idropittura lavabile: in grado di superare dai 1000 ai 5000 cicli;
  • idoneo per applicazioni in cui non viene richiesto il lavaggio, ossia idropittura per interni non lavabile: in grado di superare meno di 1000 cicli.

E’ bene chiarire ancora una volta che le prove condotte secondo la norma UNI 10560 definiscono la resistenza alla spazzolatura a umido del film applicato, piuttosto che la “lavabilità” di una pittura. La norma infatti precisa che questa prova non prende in esame eventuali alterazioni d’aspetto del film, come la formazione di aloni o di zone più lucide, e non misura la facilità di asportare lo sporco, ossia la sua pulibilità. La pulibilità deve essere invece determinata secondo la norma UNI 11021, appendice b. Tale norma prevede che una idropittura, dopo aver superato la prova di resistenza a 5000 cicli secondo la norma UNI 10560, sia sporcata con una determinata soluzione imbrattante (la cui formulazione è indicata nella norma) e sottoposta a spazzolatura a umido per 50 cicli, seguendo le modalità riportate. La differenza di colore misurata alla fine della prova mediante spettrofotometro, affinchè la pittura possa essere classificata «pulibile», deve avere un valore ΔE < 3. Si può dedurre, quindi, che non tutte le idropitture dichiarate come lavabili sono al tempo stesso pulibili. E’ opportuno tenere presente inoltre che i produttori di vernici non indicano quasi mai il valore di pulibilità, in quanto tale parametro, oltre che dalla quantità e dal tipo di polimero contenuto nella pittura, è fortemente influenzato dal colore. Se tale valore non viene espressamente indicato, si può dedurre che la prova secondo UNI 11021 non sia stata condotta per i motivi sopra menzionati, oppure non sia stata superata.