Blog

Verniciatura all’esterno, problemi ed errori ricorrenti: in molti casi si possono prevenire attraverso un’attenta analisi del supporto da tinteggiare

Scopri le principali tipologie di errori con gli esperti di Assovernici  

Giovane pittura facciata costruttore operaio con rullo a lavori di isolamento termico

La verniciatura all’esterno presenta problemi ed errori ricorrenti che, in alcuni casi, si possono prevenire, definendo in via interpretativa qual è la migliore pittura per esterni da utilizzare. In questo senso è necessario compiere delle valutazioni iniziali, come ad esempio analizzare lo stato reale del supporto, accertandosi che sia in condizioni per essere verniciato e che la verniciatura sia eseguita in modo corretto e con attrezzi specifici per il tipo di pittura scelta.

In altri casi, purtroppo, non è possibile prevenire o evitare l’insorgere di problematiche, in quanto queste non dipendono dalla scelta delle pitture e vernici per l’edilizia e/o dalla loro applicazione, ma da fattori esterni come ad esempio l’ambiente in cui è situato l’edificio che può essere caratterizzato da condizioni particolari e/o da elevati livelli di inquinamento atmosferico.

Di seguito vengono illustrate le principali tipologie di problemi che possono influire negativamente sulla corretta funzionalità e durabilità delle murature esterne.  

Verniciatura all’esterno: fenomeni di degrado causati dall’acqua

I fenomeni di degrado di natura chimica, fisica e biologica delle facciate dei muri esterni possono essere causati dalla continua presenza di acqua sulle murature e sugli intonaci dell’edificio. A tale proposito, quando l’acqua ricca di sali fuoriesce dall’intonaco, viene compromessa la durabilità del rivestimento applicato, in quanto si innescano due effetti degenerativi:

  • evaporazione superficiale: a causa della pioggia o della condensa presenti in superficie, questi sali possono solubilizzarsi e penetrare successivamente nel film applicato, causando l’insorgere di ulteriori problemi;
  • evaporazione nel supporto: la presenza di cristalli, come effetto dell’evaporazione, può causare tensioni all’interno del supporto a causa di un forte aumento di volume e, di conseguenza, staccare parte dell’intonaco e del rivestimento applicato.

In generale, tutti i fenomeni di disgregazione e di distacco dei vari materiali utilizzati sulla facciata sono causati da una eccessiva presenza di acqua, come diretta conseguenza di:

  • condensa di vapore acqueo;
  • residui di acqua di impasto di malte o intonaci;
  • acqua battente nelle pareti;
  • umidità ascendente;
  • infiltrazione da impianti idrici, pluviali o coperture.

Verniciatura all’esterno: formazione di cavillature e crepe

Le cavillature possono essere causate da una serie di fattori tra cui: le conducibilità termiche diverse dei materiali che costituiscono le murature o le pareti intonacate, che danno luogo a movimenti dovuti a contrazioni-espansioni causati da un gradiente termico e, talvolta anche da fattori esterni, come il traffico veicolare intenso o la presenza di cantieri dove vengono effettuati lavori edili. 

Esistono diverse tipologie di cavillature:

  • a tela di ragno: si creano durante l’indurimento dell’intonaco quando si verifica una veloce evaporazione dell’acqua o quando l’intonaco contiene una quantità di legante elevata rispetto agli inerti presenti. Inoltre, l’acqua presente in prossimità di queste fessurazioni tende ad innescare anche fenomeni di attacco batterico;
  • a zampa di gallina: si creano nel momento in cui l’intonaco non è ancora perfettamente ancorato al supporto e la sua diversa dilatazione dello stesso rispetto al fondo in muratura tende a causare una tensione che genera una spinta verso l’esterno, con conseguente formazione di una serie di crepe contingenti;
  • crepe da assestamento: le strutture possono subire tensioni nelle parti più deboli, come ad esempio nelle aperture di porte o finestre con successiva formazione di fessurazioni, senza tuttavia compromettere la stabilità della struttura.

La presenza di crepe può verificarsi anche sulla giunzione di elementi costruttivi di natura diversa non adeguatamente “legati” tra loro. Ad ogni modo, nella maggior parte dei casi gli intonaci sovra applicati non sono in grado di assorbire le dilatazioni termiche e, di conseguenza, tendono a fessurarsi e/o rompersi. 

Verniciatura all’esterno: distacco dell’intonaco

Il distacco dell’intonaco può avvenire per diversi motivi, tra cui:

  • insufficiente pulizia delle murature;
  • errato posizionamento dei materiali di supporto, come la rete in fibra per rasature armate;
  • elevata presenza di acqua all’interno e/o sulla muratura;
  • condizioni atmosferiche critiche, come ad esempio la presenza di forte vento;
  • mancanza di adesione con il supporto a causa della presenza di sostanze inquinanti;
  • movimenti statici e strutturali.

Verniciatura all’esterno: le efflorescenze, cosa sono e come si formano?

L’acqua, anche se presente solo in superficie, tende ad estrarre e a trascinare con sé i sali contenuti nell’intonaco (calce o carbonatici) che accumulandosi danno luogo, a seguito dell’evaporazione dell’acqua stessa, a delle efflorescenze biancastre più o meno consistenti. Questi antiestetici aloni biancastri si sviluppano anche a causa dell’umidità residua presente nelle murature o nell’intonaco, associate spesso ad una elevata alcalinità del supporto.

Verniciatura all’esterno: limitata resistenza meccanica dell’intonaco applicato

In genere l’erosione del supporto ad opera dell’acqua si manifesta quando le superfici intonacate risultano poco coese ed eccessivamente polverose. Questo difetto si può presentare su: 

  • superfici nuove: quando in fase applicativa o subito dopo, ci sia stato l’intervento di agenti esterni come forte vento o temperature piuttosto elevate che tendono ad alterare la corretta essicazione del prodotto verniciante;
  • superfici vecchie: nel caso in cui queste siano state scoperte, cioè prive di una adeguata protezione fornita da un film di pittura o da un rivestimento.

Verniciatura all’esterno: formazione di alghe, muffe e funghi

A causa della presenza di condensa sulle parti più fredde e umide della facciata o addirittura di ristagno d’acqua, possono svilupparsi alghe, muffe e funghi, definiti in genere “biodeteriogeni”, agenti cioè in grado di causare il biodeterioramento dei materiali con cui entrano in contatto. Questi microrganismi difatti sono dannosi per la preservazione delle superfici.

Verniciatura all’esterno: degrado cromatico e/o disomogeneo del colore

Se i formulati dei prodotti applicati non sono validi, è possibile che le tinte applicate sulle facciate subiscano un degrado cromatico anche in tempi brevi. La causa di tale alterazione può derivare da: 

  • pigmenti dotati di scarsa solidità alla luce: in un prodotto verniciante si tratta normalmente de pigmenti che tendono ad alterarsi rapidamente per effetto dell’esposizione diretta del sole, perdendo di tono e intensità di colore;
  • utilizzo di prodotti contenenti leganti non idonei o prodotti di bassa qualità per la realizzazione di tonalità di colore particolarmente intense e forti. I pigmenti in questo caso risultano stabili alla luce ma necessitano di essere “fissati” in maniera opportuna all’interno del film di finitura.  

Il degrado disomogeneo del colore è un fenomeno che si manifesta quando le superfici trattate con prodotti vernicianti presentano dei comportamenti termo-igrometrici disuniformi, dovuti alla presenza di:

  • errori progettuali nei sistemi di isolamento termico;
  • uso di pannelli prefabbricati alleggeriti non opportunamente tarati.

Verniciatura all’esterno: scarsa qualità estetica degli intonaci di finitura

In seguito alla tinteggiatura delle pareti esterne, realizzata senza aver svolto a priori una attenta e corretta analisi del supporto da trattare, si possono presentare dei difetti di tipo estetico. Questi fenomeni si verificano a causa di:

  • un trattamento finale di “frattazzatura” effettuato in modo irregolare e/o non uniforme;
  • presenza di luce radente: sulle superfici viene messa in risalto la diversa granulometria attraverso il cosiddetto “effetto ombra” o “effetto luce riflessa”; in altre parole la luce incidente, crea un effetto diversificato a seconda della ruvidità del supporto; 
  • rullate in prossimità delle riprese di intonaco o in prossimità dei ripiani dei ponteggi, dovute a sovrapposizione con doppio spessore di prodotto. Questo difetto avviene anche quando, tra una passata e l’altra, trascorre troppo tempo, oppure quando il prodotto verniciante essicca troppo velocemente in superficie; 
  • una superficie finita “a finto bugnato” con una finitura leggermente ruvida, viene stuccata con un rasante, senza realizzare una finitura granulometricamente simile a quella esistente;
  • la pitturazione del supporto in muratura, precedentemente trattato con prodotto verniciante, viene fatta senza aver asportato completamente parte del vecchio strato di pittura; 
  • non corretta applicazione dei prodotti vernicianti di finitura. 

Verniciatura all’esterno: le lumacature cosa sono e perchè si formano

La formazione di strisce satinate o lucide, trasparenti o leggermente opalescenti sulla superficie trattata con una pittura si verificano in genere quando si è in presenza di: 

  • particolari condizioni ambientali, come basse temperature, alta umidità e pioggia. In quest’ultimo caso, la comparsa delle lumacature può avvenire anche a distanza di due o più settimane dall’applicazione del prodotto verniciante di finitura;
  • in concomitanza di errate modalità applicative. Questo difetto difatti si evidenzia nuovamente se la stessa pittura viene applicata sulle lumacature preesistenti senza provvedere ad un adeguato lavaggio dell’intera superficie con acqua a pressione.

Per scoprire di più sui cicli di verniciatura e sul loro corretto impiego, richiedi il “Manuale pitture e vernici per edilizia” di Assovernici.