Colore & Hobby: fermoimmagine di un settore in movimento

Intervista a Roberto Meregalli, Coordinatore Comitato Settore Edilizia di Assovernici

Roberto Meregalli espone una lucida analisi del comparto, spunti di riflessione che nascono dai dati raccolti ed elaborati dall’associazione.

Le riflessioni più lucide e attendibili nascono dalla verità incontrovertibile dei dati e quelli del settore dei prodotti vernicianti, negli ultimi due anni, esprimono chiaramente un andamento influenzato da un contesto complesso ed estremamente ‘liquido’ nel suo variare in funzione degli eventi.

Dopo l’impennata dei consumi di pitture per interni ad opera dei consumatori privati condizionati da pandemia, lockdown e smart-working, è stata la volta della bulimia di richieste di pitture per esterni generata dai Bonus Edilizia e delle difficoltà di approvvigionamento di materie prime per la loro carenza e l’aumento dei loro costi. Il tutto sotteso da uno scacchiere internazionale scosso dal conflitto Russia-Ucraina e da quello nazionale in balia delle prossime elezioni politiche.

Uno scenario in cui il comparto dei prodotti vernicianti ha visto crescere i suoi risultati come non succedeva da tempo e in cui Assovernici, l’Associazione che rappresenta i produttori di pitture e vernici per edilizia, produttori di vernici in polvere per l’industria e vernici liquide per l’industria, si muove raccogliendo dati e informazioni, recependo le istanze istituzionali e tecniche per restituire dei fermoimmagine su cui ragionare.

Eccoli dalla voce di Roberto Meregalli.

Qual è stato, dall’osservatorio di Assovernici, l’andamento del settore prodotti vernicianti nel primo semestre 2022?

Il primo semestre 2022 ha registrato un andamento del settore ancora molto positivo: le aziende hanno chiuso i sei mesi con un risultato pari al +10% in volume. È interessante però andare ad analizzare quale sia la composizione di questo dato. Si tratta, infatti, di un numero che nasce dall’incremento dei volumi dei prodotti vernicianti per esterni, pari al +60%, cui hanno fatto da contraltare i numeri negativi ottenuti dai prodotti vernicianti per interni (-10%), da quelli specifici per il legno (-20%) e da quelli degli smalti (-17%).

In pratica, a parte il valore dell’andamento dei prodotti vernicianti per esterni, si può dire che i rimanenti comparti hanno registrato performance negative.

Un andamento che trova riscontro nel contesto in cui si è sviluppato…

Il trascorso dei due anni precedenti ha influenzato in maniera significativa l’andamento di questo 2022. Ormai è noto che l’aumento di consumo di prodotti vernicianti per interni del 2020 è stato condizionato dalle misure restrittive a seguito della pandemia, le quali hanno favorito un aumento considerevole di consumo di pitture per interni da parte dei consumatori privati. È evidente che questo fenomeno non si può reiterare tutti gli anni e questo giustifica i numeri negativi che registriamo oggi, soprattutto nel secondo trimestre dell’anno che è quello in cui, tipicamente, i consumi aumentano.

Contemporaneamente, l’impennata di richiesta di prodotti per esterni ha ricevuto il suo più consistente contributo dai Bonus Edilizia e ha conosciuto una crescita consistente e anomala proprio per la spinta delle misure fiscali previste dal Governo. Siamo convinti che il mercato sia ormai cambiato e che i prodotti per esterni continueranno il loro trend positivo -d’altronde, il patrimonio italiano edile da risanare, ristrutturare e risistemare è davvero considerevole- ma con maggiore prudenza e organicità.

Peraltro, di questa situazione ha fatto le spese anche la grande distribuzione organizzata le cui vendite legate al consumatore fai da te hanno subìto un calo dovuto alla situazione illustrata poco fa e che ha indotto questi modelli distributivi a incentivare sempre più l’e-commerce.

È evidente che gli incentivi fiscali hanno interpretato un ruolo da leone…

I Bonus Edilizia hanno giocato un ruolo decisivo in questo contesto e ora la partita si gioca con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Quello che ci si auspica è che gli incentivi all’edilizia possano diventare fissi, magari differenziati, ma sempre attivi.

Questa crescita di numeri ha un corrispettivo in una crescita qualitativa riguardo le caratteristiche dei prodotti richiesti?

La tendenza che vediamo in Assovernici è che è indispensabile che migliori il mix qualitativo dei prodotti che concorrono alla crescita dei numeri: c’è il rischio che l’aumento in termini di volumi corrisponda sempre meno a quello in termini di redditività aziendale e che questo generi una disfunzione per le aziende e un disequilibrio nella concorrenza.

Per questo, in associazione c’è dibattito tra le aziende su come poter indirizzare il mercato nei prossimi anni per incrementare la richiesta di prodotti ad alto valore aggiunto come, appunto, gli smalti e quelli per il legno

Quali sono i grandi trend per i nuovi prodotti?

In questi ultimi due anni è stato complicato proporre prodotti innovativi perché l’attenzione degli artigiani e dei privati era chiaramente indirizzata verso aspetti diversi. Tra l’altro, occorre fare un lavoro di sensibilizzazione e di informazione accurato per creare interesse e coinvolgimento su prodotti nuovi perché c’è anche un fattore di affezione e di sicurezza nei confronti dei prodotti che vengono utilizzati abitualmente.

In generale, si può dire che tra gli aspetti maggiormente perseguiti in termini di innovazione di prodotto ci sono la sostenibilità e la durabilità dei prodotti. Le normative, sempre più severe, ad esempio riguardo l’utilizzo dei biocidi o degli isocianati portano a rivedere le formule per sostituire le materie prime in questione con altre che garantiscano le performance promesse dai prodotti.

In termini di innovazione prodotti saranno sempre più importanti i temi dell’efficientamento energetico e dei relativi risparmi ad esso collegati.

Ci aspettiamo uno sviluppo importante nei prossimi anni in tal senso, prendendo spunto anche da altri paesi che, in linea con quanto previsto dall’Unione Europea, stanno attuando e varando politiche per favorire la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio.

Anche la corretta informazione e le certificazioni sono di fondamentale importanza…

Stiamo lavorando per portare l’attenzione degli utenti sul fatto che non esistono pitture che fanno miracoli: solo un corretto lavoro di ricerca e di sperimentazione porta a miglioramenti e implementazioni delle performance ed è importante spiegarlo agli utenti. Quello che stiamo perseguendo come associazione è che la comunicazione sia corretta e condivisa dalla filiera in modo che, per esempio, i green claim vengano utilizzati nel modo giusto. Anche a proposito delle certificazioni ci stiamo adoperando perché mentre, per esempio, i cugini francesi le utilizzano in modo più importante in Italia c’è ancora lavoro da fare in questa direzione.

Come si sta muovendo la distribuzione in questo scenario?

Riguardo la distribuzione la nostra lettura è che ci sia crisi dove la maggiore percentuale dei clienti è privata mentre siamo certi che il futuro sia della distribuzione specializzata. Siamo convinti che possano funzionare molto bene i punti vendita in grado di servire privati e professionisti perché hanno una doppia chiave di vendita, sicuramente più onerosa in termini di contenuti e servizi, ma più efficace in termini di risultati.

E a proposito di formazione? Quali sono gli obiettivi del futuro?

È un tema trasversale a tutto il comparto per il quale le aziende si spendono in maniera autonoma e diretta: mancano un disegno organico e una relazione diretta e condivisa con le istituzioni perché la formazione diventi obbligatoria. Su questo c’è ancora molto da fare.

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