Colore & Hobby: la sostenibilità, presupposto e conseguenza per il settore delle vernici

Intervista a Giovanni Marsili, Presidente di Assovernici

green deal strategia di sostenibilità per la chimica

«Parlare di sostenibilità nel settore delle pitture e vernici significa mettere bene a fuoco il significato di questo termine. Troppo spesso l’attenzione del mercato si concentra sulle mere caratteristiche dichiarate da un prodotto o dalle sue componenti, senza considerare aspetti quali l’efficientamento e la riduzione d’impatto dei processi che stanno dietro a quel prodotto, oppure senza valutare la qualità e la durabilità del risultato finale che si ottiene. Con la conseguenza che la superficialità d’approccio al tema si rivela il miglior alleato del «greenwashing».

Giovanni Marsili Presidente di Assovernici, l’Associazione che rappresenta i produttori di pitture e vernici per edilizia, produttori di vernici in polvere per l’industria e vernici liquide per l’industria, delinea con chiarezza la situazione. Cercando di spingere il ragionamento verso la visione allargata, olistica e integrata di ciò che significa promuovere un vero cambiamento verso la riduzione o la trasformazione in fattori di positività degli impatti ambientali, economici e sociali nel settore dei prodotti vernicianti.  

La ricerca è una delle chiavi di volta verso la sostenibilità: che prospettive si stanno stagliando in questa direzione?

«La spinta impressa dal Green Deal comunitario e la necessità di rispettare i parametri/requisiti previsti dalla direttiva Ecodesign rappresentano un buon indirizzo per lo sviluppo di prodotti vernicianti sostenibili a 360 gradi. Come spesso accade, in questo e in altri settori dell’industria, fattori esterni che discendono da mutamenti di carattere culturale imprimono accelerazioni verso la ricerca di nuovi prodotti. La “sostenibilità” come driver di innovazione non si sottrae a questa logica. Occorre, tuttavia, saper distinguere bene fra il raggiungimento di reali traguardi di sviluppo e la mera comunicazione fine a se stessa che si nutre di claim ed etichettature volte a confondere i consumatori e ad alimentare una concorrenza non leale e armonica. Come Assovernici e insieme ad altre associazioni europee, da tempo ci siamo mossi per denunciare le scorrettezze nel settore. Basti pensare al proliferare di etichette che esaltano il contenuto sostenibile dei materiali utilizzati o la non pericolosità dei prodotti senza avere alle spalle alcun fondamento di scienza. Questi atteggiamenti vanno contrastati a vantaggio di un vero avanzamento della tecnologia, che punti a soddisfare i requisiti obbligatori di legge pur mantenendo, al tempo stesso, elevate performance di prodotti in termini di lavabilità, durabilità in esterno, elevata resa metrica, versatilità».

La sostenibilità, però, è oggi più che un requisito essenziale. Diremmo quasi un obiettivo assoluto. Come si traduce questo nella produzione dei prodotti vernicianti?

«La risposta a questo imperativo va conciliata con il rigore dell’etica, che ci impone di rispondere a una sfida, ma in modo aderente alla realtà di ciò che è possibile fare. Senza trucchi, inganni o scorciatoie. Le aziende che aderiscono ad Assovernici hanno dichiaratamente intrapreso la strada della sostenibilità come obiettivo, sposando il richiamo esplicito contenuto nel codice etico dell’associazione e in linea con ciò che sta accadendo anche in altri settori industriali, penso ad esempio all’automotive. Ma la sostenibilità significa abbracciare visioni olistiche. Che non guardano solo a formule miracolose, ma si concentrano sui processi, sul naturale efficientamento delle linee produttive, spinto anche dall’aumento dei costi energetici e sull’ottimizzazione di tutte quelle attività che comportano un minor consumo di risorse o di produzione di scarti. Riguardo a questa tema, va sottolineato che i nostri associati beneficiano della possibilità, attraverso il Comitato Salute Sicurezza e Ambiente dell’Associazione, di fare un benchmark sulle tematiche ambientali, quali il consumo d’acqua, di energia e gas, per finire con la produzione di rifiuti. In sostanza non ci limitiamo nel creare dei piani operativi di miglioramento, ma siamo in grado di formulare precisi obiettivi quantitativi per mirare a diventare i best in class».

Prodotti vernicianti, materie prime, sostenibilità e prestazioni: quali sono le soluzioni del futuro?

«Come già detto, la prima e fondamentale caratteristica di sostenibilità di un prodotto è la sua durabilità, che in altri termini significa anche la sua qualità. Il reale passo in avanti che può discendere dalla ricerca si gioca, a mio avviso, su questo fronte. Le soluzioni del futuro sono quelle che stresseranno questo elemento distintivo e sapranno allungare la vita delle pitturazioni in modo da consumare meno risorse nel tempo: meno materie prime, meno lavoro, meno consumo di energia, meno manutenzione ricorrente. Altre innovazioni arriveranno sul fronte della composizione dei materiali, dell’aumento di prestazioni a parità di materia prima impiegata, della riduzione delle emissività in termini di sostanze organiche volatili. Al tempo stesso, il lavoro sulla standardizzazione dei processi e sulla valutazione di impatto sul ciclo di vita delle pitture e vernici consoliderà i risultati. Infine, molto interessante è la sfida sulla riciclabilità e il reimpiego a fine vita dei prodotti, ma su questo c’è ancora molto da lavorare».

Quale tipo di sostegno è necessario per una vera crescita nei termini auspicati?

«I prodotti di qualità devono essere premiati dalle norme, incentivati dalle amministrazioni e preferiti da chi vuole operare in modo sostenibile. Ad esempio, una pittura o una vernice che ha la funzione di proteggere il manufatto su cui viene applicato, va valutata come elemento premiante in termini di sostenibilità. Le regole devono proteggere ciò che il mercato da solo non riesce a tutelare. Perché purtroppo la distanza tra committente e produttore, assieme alla corsa al prezzo, non permette il più delle volte di indirizzare le scelte per il risultato migliore in termini olistici. Tuttavia, confidiamo che le nuove classificazioni armonizzate, in corpo alle normative europee, potranno aiutare la comunicazione e soprattutto fare chiarezza chi vuole proteggere a lungo la propria casa fare un lavoro a regola d’arte».

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