Materie prime: costi al rialzo e difficoltà di reperimento. Il comparto vernici in sofferenza
Con l’impennata dei prezzi di energia e combustibili, crescono i costi di trasporto e di tutte le materie prime. Inevitabili le ripercussioni sulle attività produttive. Forti contraccolpi anche sul settore vernici.
Mancano molte sostanze necessarie per completare le formulazioni di numerose vernici per l’edilizia e per l’industria, come: solventi, resine e pigmenti. Scarseggiano inoltre i materiali per l’imballaggio, duramente colpiti dalla carenza globale di pasta di legno e polimeri, con conseguenti impatti sulla disponibilità di cartone e plastica.
Le carenze nella catena di approvvigionamento e la lievitazione dei costi stanno sottoponendo i produttori a ulteriori enormi pressioni con importanti ricadute sui processi produttivi. Lo conferma con preoccupazione Assovernici, l’Associazione che rappresenta i produttori italiani del comparto. Nella filiera delle vernici, infatti, le materie prime rappresentano circa il 50% dei costi complessivi e la crescente difficoltà nel reperirle, unitamente ai continui aumenti legati al consumo di energia, stanno mettendo in grave difficoltà i produttori.
Come si è arrivati fino a qui? Le ragioni sono riconducibili alla paralisi delle attività causata dalla pandemia nel 2020. Nel corso del 2021, inoltre, sono state più di quaranta le dichiarazioni di forza maggiore dei principali produttori di materie prime. Quando la pandemia ha allentato la stretta, buona parte delle economie si sono rimesse in moto contemporaneamente in tutto il mondo e questo ha generato una straordinaria domanda di tutti i materiali come carta, plastica e metalli. Contestualmente, alcuni Paesi, come la Cina, hanno limitato le attività di esportazione trattenendo molte materie prime per uso interno. La Brexit ha generato ulteriori criticità, provocando l’accumularsi di ritardi nei porti europei e nel Regno Unito.
Ad aggravare la situazione, negli ultimi dodici mesi il prezzo del petrolio è più che raddoppiato ed è aumentato di tre volte e mezzo rispetto al minimo pre-pandemia di marzo 2020. I costi dei trasporti sono quindi esplosi, con gravi ripercussioni anche sulle materie prime, nessuna esclusa.
Cosa ci attende? Le previsioni per il futuro sono tutt’altro che incoraggianti. Le indicazioni degli analisti sono che i costi più elevati perdureranno e ci si aspetta che i prezzi del petrolio rimangano al di sopra di 70 dollari al barile per tutto il 2022.