Oltre il Colore dell’Anno: viaggio tra i sistemi cromatici internazionali

Evoca la golosità di una torta al cacao, di un caffè macchiato, di una crema al cioccolato morbida e voluttuosa: è il Pantone 17-1230 Mocha Mousse, designato dal Pantone Color Institute il colore per il 2025.
Avvolgente e confortante, la tonalità Mocha Mousse è anche decisamente versatile, e in grado di valorizzare numerose sfumature.
Nell’ambito dell’interior design questa nuance si sposa in modo originale con toni caldi e freddi che spaziano dal giallo senape, al malva, al blu, riequilibrandone la vivacità; ma si armonizza con eleganza anche ai toni pastello floreali e smorzati, evocando paesaggi naturali. Abbinato ai beige, ai crema e ai marroni, infine, è una scelta vincente per chi desidera dare vita ad atmosfere essenziali e sofisticate. Anche in ambito industriale il Mocha Mousse può rivelarsi una opzione classica ma distintiva, specie se combinato con il blu e con il grigio.
Si tratta, in ogni caso, di una tinta che risponde a un generalizzato desiderio di comfort in questi tempi incerti e complessi. Il programma Pantone Color of the Year coinvolge infatti un’ampia community di designer ed esperti in un’ampia discussione, a riprova del suo stretto legame con la cultura: e, di conseguenza, della capacità di catturare il proverbiale “Zeitgeist” o “spirito del tempo”, ossia l’atmosfera intellettuale e artistica che pervade un determinato momento.
L’identificazione del “Color of the Year” ha avuto inizio nel 2000; tuttavia, vista la componente soggettiva nella percezione e identificazione delle tinte, in tutti i loro ambiti applicativi, è da ben più tempo che si è ritenuto di catalogarle in riferimenti universalmente riconosciuti per definirle nel modo più preciso nelle tante possibili sfumature.
Il sistema Pantone è stato messo a punto dall’omonima azienda statunitense negli anni Cinquanta per gestire i colori nella stampa a quadricromia; e successivamente, con l’aggiunta di altri due colori, in esacromia. Questa raccolta, disponibile in versione lucida e semilucida e utilizzata principalmente nella grafica, trova però alcune limitazioni d’uso nel settore prodotti vernicianti, in quanto le tonalità presenti sono spesso difficilmente riproducibili con i comuni pigmenti utilizzati nei settori decorativo e industriale.
L’NCS Natural Color System, edito dall’Istituto Scandinavo dei Colori di Stoccolma, è invece basato su un sistema logico di ordinamento dei colori e sul modo in cui le persone li percepiscono. NCS si basa su sei nuance elementari, e l’identificazione delle tonalità è determinata da tre fattori: il chiaro/scuro, ossia quanto è presente la componente bianca o nera; la cromaticità, ossia a quale famiglia di colori la tinta appartiene; un valore percentuale che identifica la sfumatura.

Un ulteriore sistema è quello chiamato Munsell, creato all’inizio del XX secolo da Albert Henry Munsell e basato su un sistema identificativo dei colori in base a tre coordinate dimensionali: la tonalità (Hue), la luminosità (Value o Lightness), e la saturazione (Croma). L’organizzazione e la catalogazione avvengono, come peraltro nel sistema NCS, tenendo conto anche della risposta percettiva umana dei colori.

Questo metodo fa leva su una rappresentazione in base alla quale la tonalità viene misurata in gradi su di un cerchio orizzontale, la luminosità è rilevata verticalmente sull’asse dei grigi (da 0 a 10) e la saturazione, che rappresenta la purezza del colore prescelto, è misurata radialmente dal centro di ogni settore circolare.
Un ultimo sistema è quello denominato RAL, acronimo per Reichsausschuss für Lieferbedingungen (Comitato dello Stato tedesco). Questa raccolta comprende varie tipologie di cartelle, conosciute con due sigle. RAL 840 HR, di aspetto semilucido, è stata la prima, in ordine cronologico, a essere emanata nel 1927; successivamente è stata realizzata la RAL 841 GL, di aspetto lucido.
Nel 1993 è stata realizzata la RAL design System per soddisfare anche le richieste cromatiche nel settore decorativo. Le prime due raccolte trovano maggiore applicazione nel settore industriale, e la classificazione a quattro cifre identifica la gradazione. Con il numero 1 iniziale, ad esempio, si identificano i gialli; con il numero 2 l’arancio, e così via gli altri. La classificazione comprende nove gruppi di colore.
È evidente, quindi, come l’affascinante mondo delle cromie si sveli in una varietà di linguaggi e codici, ognuno con la sua storia e le sue applicazioni specifiche. Che si tratti di design, arte, industria o comunicazione, la precisa definizione e riproduzione delle tonalità è fondamentale per garantire risultati efficaci e coerenti: conoscere i diversi sistemi cromatici significa avere a disposizione gli strumenti per orientarsi consapevolmente in un universo variopinto, apprezzandone e cogliendone a fondo le infinite sfumature e potenzialità espressive.