Attento ai Green ClaimS!

PITTURE DECORATIVE E
GREEN CLAIMS

In un mercato sempre più competitivo, in cui la promozione dei prodotti gioca un ruolo di primo piano in tutte le fasi della catena del valore – dal produttore, al distributore, fino al negoziante – sempre più frequentemente si rilevano pratiche scorrette che attribuiscono ai prodotti vernicianti proprietà fantasiose.

Assovernici si pone come portavoce di un sistema
virtuoso di comunicazione commerciale, nel rispetto dei canoni
di correttezza e responsabilità, e dunque si impegna a creare
condizioni di parità tra gli attori del settore, anche cercando di
fare chiarezza sulle affermazioni legate al green.

Tra detto e non detto, ecco un rapido tour tra i principali claim
scorretti o impropri che, utilizzati come leve di marketing,
possono alimentare illusorie percezioni da parte dei consumatori.

Non tossico

Le diciture “non tossico”, “innocuo”, “non inquinante” o altre indicazioni secondo cui la sostanza o la miscela non sono pericolose o qualsiasi altra informazione non coerente con la classificazione di tale sostanza o miscela non devono figurare sull’etichetta o l’imballaggio a sensi del Regolamento CE 1272/2008 (CLP) – Art.25 (4).
Tali espressioni inducono infatti il consumatore ad una errata supposizione: che le pitture prive di analogo claim siano “tossiche” o contengano sostanze pericolose.
Lo stesso discorso vale per l’affermazione “esente da sostanze chimiche”: oltre a non essere veritiera, è fuorviante, in quanto tutti i prodotti vernicianti, indipendentemente dal fatto che siano etichettati o meno come pericolosi, contengono materie prime a base di sostanze chimiche e pertanto devono rispettare la normativa di riferimento.
Grazie all’intensa attività di ricerca, l’industria europea dei prodotti vernicianti ha sviluppato negli ultimi decenni formulazioni di pitture murali a base acqua che presentano nulli o ridotti componenti pericolosi, anche a tutela degli utenti del fai-da-te.

Esente da piombo

La vendita al dettaglio dei prodotti decorativi contenenti piombo è ormai vietata in tutti i Paesi europei da oltre 40 anni.
I composti del piombo sono stati eliminati dalla maggior parte delle pitture già negli anni ’60, mentre i pigmenti e i siccativi a base piombo (anche a livelli molto bassi) sono stati completamente eliminati dalle pitture decorative all’inizio degli anni ‘80.
Affermazioni come “esente da piombo” o “questo prodotto non contiene piombo” sono quindi superflue per i consumatori.
In linea generale, il claim “non contiene la sostanza X”, riferita a una pittura decorativa, non è significativo, ma fuorviante e come tale da evitare, allorchè la sostanza risulti già vietata dalla legislazione.

Amico del Pianeta. Previene il cambiamento climatico

Dichiararsi “Amico del Pianeta” senza presentare dati a supporto e puntuali riferimenti alla normativa ambientale rappresenta una comunicazione scorretta, in quanto tende a condizionare le scelte d’acquisto sulla base di elementi non oggettivi.
Per loro natura, i prodotti vernicianti svolgono un ruolo importante nel raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, in quanto vengono applicati per proteggere le superfici, aumentando la durabilità del costruito, così come di innumerevoli manufatti e prodotti industriali.
Il Codice Etico di Assovernici invita gli associati ad operare in modo responsabile, promuovendo metodologie produttive sostenibili, oltre che in linea con le normative vigenti.
Tale obiettivo può essere raggiunto, ad esempio, realizzando vernici a minor impatto ambientale, utilizzando materie prime meno inquinanti, rendendo più sicuri gli ambienti di lavoro e privilegiando il risparmio energetico e le tecnologie più pulite.

Ecologico, organico, naturale

Green, ecologico o naturale sono tra le affermazioni più diffuse sui prodotti di consumo, ma possono risultare generiche, prive di fondamenti scientifici, se non accompagnate da criteri misurabili. Si tratta di espressioni il più delle volte mutuate dall’industria alimentare, troppo vaghe per descrivere correttamente una pittura. Ad esempio, le pitture sono spesso definite “organiche”.
Ma la pittura è organica per definizione, in quanto molti dei suoi componenti derivano dal carbonio.
Oppure sono descritte come “naturali”. Ma con questo termine si intende un prodotto non modificato, derivato dalla natura, mentre per realizzare una pittura sono necessari processi fisici e chimici che modificano le sostanze.

Inoltre, la produzione di materie prime “naturali per la formulazione di pitture a base di calce”, come il biossido di titanio e il carbonato di calcio, necessita di processi ad elevato consumo energetico. Quando vengono presentate dichiarazioni ambientali bisognerebbe quindi tenere in considerazione l’intero ciclo di vita di un prodotto.
Anche l’uso della dicitura “ecologico” che la Comunità Europea sta progressivamente regolando, difficilmente si può applicare a una pittura che poco ha a che vedere con l’ecologia, ovvero l’analisi scientifica delle interazioni tra gli organismi e il loro ambiente.

Vegano

Il veganismo è un movimento che propone l’adozione di uno stile di vita proprio di una società basata su risorse non provenienti dal regno animale. Le pitture, in genere, sono formulate per lo più a base di sostanze chimiche di natura sintetica e di minerali inorganici e pertanto potrebbero definirsi vegane.
Alcune pitture contengono elementi naturali, solitamente di origine vegetale (es. olio di soia), mentre altre derivano da fonti animali come il glicerolo, utilizzato per formulare resine di base per alcune vernici, o dalla caseina che deriva dal latte animale e dalle cere di lanolina (pecore).
L’utilizzo del claim “vegano” risulta pertanto non corretto, poiché tale affermazione spesso non è supportata da prove scientifiche e potrebbe essere erroneamente utilizzata come strumento per convincere il consumatore.

Non testato sugli animali

Nessun produttore testa le pitture sugli animali. Anche in questo caso, l’affermazione: “il prodotto non è stato testato sugli animali” è fuorviante dal momento che induce il consumatore a pensare che, in assenza di tali dichiarazioni, i concorrenti presenti sul mercato stiano testando i loro prodotti sugli animali.
Alcune sostanze utilizzate nei prodotti chimici potrebbero essere state testate su animali per rispondere ai requisiti della legislazione sulle sostanze chimiche o ai requisiti del regolamento REACH.
La sperimentazione, tuttavia, viene condotta esclusivamente quando risulti assolutamente necessaria e i dati richiesti non siano disponibili tramite altre fonti. Questo vale in generale per tutti i prodotti chimici e non soltanto per le pitture.

Esenti da composti organici volatili

I composti organici volatili (COV), sono costituiti essenzialmente da solventi che vengono emessi nell’aria come vapori, da prodotti a base solvente nella fase di essiccazione o durante i processi di lavorazione. Oggi l’80% delle pitture decorative presenti sul mercato sono a base d’acqua.
Tutte le pitture decorative vendute in Europa hanno severi limiti di COV imposti dalle normative che i produttori devono rispettare. Tale contenuto, anche se presente in quantità molto basse, deve essere riportato per legge sull’etichetta del prodotto.

La vernice può essere priva di COV?

Le filiere per la produzione delle pitture sono spesso complesse e le sostanze organiche volatili, anche se in quantità trascurabili, possono essere introdotte durante qualsiasi fase del processo, attraverso l’utilizzo di materie prime che le contengono naturalmente, a seguito di processi che introducono COV, come il lavaggio delle materie prime.

Risulta perciò impossibile garantire che ogni lotto di pittura sia completamente esente da COV, così come è impossibile garantire che ogni lotto di una barretta di cioccolato sia privo di noci. Ecco perché l’etichetta riporta la scritta: “Può contenere tracce di frutta a guscio”.

Anche l’utilizzo della dicitura a basso contenuto di COV rischia di condurre il consumatore a conclusioni non totalmente veritiere, soprattutto perché le aziende produttrici che dichiarano questo “plus”, si avvalgono della stessa tecnologia dei concorrenti che non utilizzano detti claim.

Per saperne di più…

Il termine “vernici ecologiche” è ormai frequente nel marketing di molti nuovi prodotti, ma qual è il suo vero significato?

Esiste davvero una “vernice ecologica” e in che modo si distingue da una vernice tradizionale? Che cosa dovrebbero tenere a mente i consumatori quando esaminano le dichiarazioni ambientali dei vari brand di vernici?

In questa sezione, ci proponiamo di fare chiarezza sull’industria delle vernici e di svelare il mito della “vernice ecologica”, spesso utilizzato in modo ambiguo. Illustreremo la composizione di una vernice comune e approfondiremo i componenti chimici che si nascondono dietro le etichette, per aiutare i consumatori a compiere scelte informate.

Di che cosa è fatta una vernice?

Che siano “eco”, “naturali” o comuni vernici tradizionali, tutte contengono sostanze chimiche necessarie per garantire il loro corretto funzionamento. Le vernici sono costituite dai seguenti componenti fondamentali:

  • Pigmenti: sono le sostanze che conferiscono alla vernice il suo colore distintivo;
  • Solvente (acqua o solvente organico): è il componente liquido principale della miscela e serve a combinare il pigmento e la resina (legante). La maggior parte delle vernici decorative attualmente in commercio è a base d’acqua;
  • Riempitivi o estensori: le vernici contengono spesso minerali come il carbonato di calcio (gesso), talco o argilla. Si tratta di componenti che migliorano la durata della vernice o rendono la sua consistenza più omogenea;
  • Resina (o legante): la resina aiuta il pigmento ad aderire alla superficie e impedisce che venga lavato via. La scelta del legante influisce sulle proprietà complessive della vernice;
  • Additivi: le vernici contengono additivi tecnici che, ad esempio, riducono il tempo di asciugatura, aumentano la durata di conservazione o riducono la formazione di schiuma;
  • Conservanti: le vernici a base d’acqua contengono piccole quantità di conservanti (biocidi) per prevenire il deterioramento del prodotto nella latta. Alcuni biocidi, inoltre, prevengono anche la crescita di muffa sulle superfici di ambienti umide, come le pareti dei bagni.

Che cosa sono le vernici “naturali”?

Molte vernici contengono materie prime naturali, come l’acqua e il carbonato di calcio (gesso). Alcune aziende però promuovono i loro prodotti come “naturali” poiché impiegano materiali come la calce spenta o l’olio di lino. Tuttavia, l’essere “naturale” non implica necessariamente che un materiale sia migliore o meno nocivo rispetto alle alternative sintetiche. Ad esempio, per secoli si sono utilizzati pigmenti a base di piombo, sostituiti oggi da opzioni sintetiche molto più sicure.

Alcune vernici possono combinare materiali “naturali” con ingredienti moderni. Le vernici etichettate come naturali spesso non sono altrettanto durature delle alternative convenzionali e possono risultare più complicate da applicare. Per prodotti come la pittura a calce o le vernici minerali, è generalmente consigliata l’applicazione da parte di professionisti. Inoltre, poiché la pittura a calce è altamente alcalina, è importante evitare il contatto con pelle e occhi per prevenire lesioni.

Che cos’è una vernice “eco”?

Il termine “eco” è spesso utilizzato in modo generico, per cui è essenziale che le aziende chiariscano esattamente cosa intendono quando lo applicano ai loro prodotti.

Molte vernici decorative sono a base d’acqua e generalmente sicure da utilizzare, il che permette di considerare buona parte di queste vernici come “eco”.

Tuttavia, qualsiasi dichiarazione ambientale legata a un prodotto deve essere verificabile e basata su dati concreti per garantire la sua attendibilità.

Le vernici sono vegane?

La maggior parte delle vernici decorative non contiene ingredienti di origine animale, sebbene vi siano delle eccezioni. Ad esempio, la glicerina, che viene utilizzata come componente base in alcune vernici, è perlopiù di origine vegetale, ma in alcuni casi può essere derivata da grassi animali.

Altri ingredienti di origine animale includono la caseina, una proteina estratta dal latte, e la lanolina, una cera ottenuta dalla lana delle pecore. Va inoltre sottolineato che, a causa di normative chimiche come il REACH, molte delle materie prime utilizzate nella produzione delle vernici potrebbero essere state sottoposte a test sugli animali. Le vernici finite non vengono invece testate sugli animali.

Perché le vernici rilasciano odori durante l’applicazione?

Le vernici possono emanare odore durante l’applicazione a causa del rilascio di Composti Organici Volatili (COV), che evaporano rapidamente. I COV sono sostanze chimiche utilizzate non solo nelle vernici, ma anche in prodotti come candele e profumi per generare odore. Queste sostanze evaporano facilmente, facilitando l’asciugatura delle superfici, come accade per i detergenti per vetri che lasciano superfici senza aloni.

Nelle vernici, un alto livello di COV aiuta ad accelerare il processo di asciugatura e può migliorare la durabilità e la brillantezza del prodotto. Oggi, tuttavia, esistono molte opzioni a base d’acqua per le applicazioni decorative, che contengono livelli minimi o tracce di COV, rendendo queste vernici a basso odore.

Le vernici sono tutte traspiranti?

Non tutte le vernici sono traspiranti. La traspirabilità si riferisce alla capacità della vernice di permettere il passaggio del vapore acqueo. Le vernici a base d’acqua tendono ad essere più traspiranti rispetto a quelle a base di solventi. Tuttavia, il grado di traspirabilità dipende da diversi fattori nella formulazione della vernice.

In alcuni contesti, una bassa traspirabilità può essere preferibile per proteggere la superficie dall’umidità, come in cucine e bagni. Al contrario, edifici storici che utilizzano materiali tradizionali necessitano di vernici altamente traspiranti, come la pittura minerale o la pittura a calce, per consentire la traspirazione delle superfici senza intrappolare l’umidità.

La vernice può assorbire CO2 dall’aria?

Si possono trovare affermazioni secondo cui le vernici a base di calce sono in grado di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera: ma questo assorbimento avviene solo mentre la vernice si asciuga, rendendo l’effetto temporaneo.

Inoltre, la quantità di CO2 assorbita durante questa fase è solitamente equivalente a quella rilasciata durante il processo di produzione della calce stessa. Non si può pertanto parlare di un processo a impatto zero, poiché l’energia impiegata per produrre queste vernici non viene considerata nel bilancio finale.

La vernice è un prodotto sostenibile?

Le vernici non solo donano colore ai nostri ambienti e oggetti, ma proteggono le superfici, allungando la vita di edifici e manufatti, riducendo la necessità di interventi di riparazione o sostituzione. Ciò rappresenta già un importante vantaggio per la sostenibilità.

Allo stesso tempo, il settore delle vernici sta compiendo passi avanti in questa direzione. L’uso di materie prime eco-compatibili, la minimizzazione degli sprechi e l’incremento del riciclo nei processi produttivi hanno contribuito a migliorare notevolmente l’impatto ambientale.

Qual è l’impronta di carbonio di una vernice?

L’impronta di carbonio di una vernice si determina considerando le emissioni prodotte in ogni fase del suo ciclo di vita.

Anche se il processo produttivo della vernice non è altamente energivoro, la maggior parte delle emissioni di carbonio deriva dalle materie prime utilizzate, ovvero dalle emissioni lungo la catena di approvvigionamento.

Molte grandi aziende produttrici di vernici sono tenute a seguire norme di rendicontazione delle emissioni e a pubblicare i dati sull’impronta di carbonio nei loro rapporti annuali o siti web.

Si possono usare materie prime più sostenibili per la produzione di vernici?

Le materie prime bio-based derivano da fonti rinnovabili naturali, come alternativa alle fonti non rinnovabili come i combustibili fossili. Il mercato dei materiali bio-based ha registrato una crescita notevole negli ultimi anni, e i futuri sviluppi potranno favorire l’economia circolare.

L’uso di materie prime bio-based nelle vernici potrebbe ridurre l’impronta di carbonio, e diverse aziende stanno già iniziando a includere questi ingredienti per diminuire l’impatto ambientale.

Tuttavia, migliorare la sostenibilità delle vernici mantenendo alte prestazioni rappresenta una sfida tecnica per i produttori. Stanno anche emergendo materiali riciclati che potrebbero essere utilizzati nelle formulazioni. È interessante notare che molte vernici a base d’acqua vengono confezionate in contenitori di plastica riciclata.

Le pitture decorative sono dannose?

Le vernici decorative non sono nocive per la salute, né presentano rischi significativi quando utilizzate in casa. I consumatori sono comprensibilmente attenti alla sicurezza dei prodotti, ma è bene ricordare che le sostanze chimiche impiegate nelle vernici sono soggette a rigide normative.

In genere, nelle vernici a base d’acqua l’unico ingrediente potenzialmente pericoloso è il conservante, che ne garantisce la corretta conservazione fino al momento dell’utilizzo.

Oggi le vernici sono molto più sicure rispetto al passato, quando materiali pericolosi come il piombo erano comunemente usati nella loro formulazione. Fortunatamente, nel corso del XX secolo si sono sviluppate alternative più sicure, come pigmenti sintetici e vernici a base d’acqua.

Perché le vernici contengono conservanti?

Le vernici a base d’acqua possono essere un terreno fertile per la proliferazione di batteri, muffe e lieviti. Per evitare che questi microrganismi deteriorino il prodotto mentre è confezionato, vengono utilizzati conservanti. Senza di essi, la vernice si rovinerebbe in poco tempo e avrebbe un odore sgradevole.

I conservanti mantengono la loro azione protettiva anche dopo l’apertura del barattolo e, in alcuni casi, aiutano a prevenire la crescita di muffe anche dopo l’applicazione della vernice. Grazie all’uso dei conservanti, è possibile produrre vernici a base d’acqua con un basso contenuto di COV. Le vernici a base di solventi organici non richiedono conservanti, ma contengono molti più COV, sono infiammabili e hanno un odore più intenso e duraturo.

Come essere attenti all’ambiente quando si puliscono pennelli e attrezzi?

Strumenti di applicazione

Secondo gli studi condotti, l’industria delle pitture non rientra tra i settori che fanno un uso costante di microplastiche. Il principale contributo al rilascio di queste particelle nell’ambiente deriva dai comportamenti degli utenti, che possono essere corretti seguendo alcune semplici raccomandazioni.

Al fine di prevenire l’inquinamento ambientale, Assovernici ha creato delle linee guida per una corretta pulizia degli strumenti utilizzati nell’applicazione delle vernici a base d’acqua. Scoprile qui