Comparto vernici in un vortice di difficoltà

Mentre prosegue l’aumento sincronizzato dei prezzi della maggior parte delle materie prime, cresce il costo del lavoro e diminuisce la produttività. «Da qui il calo dei profitti nel primo trimestre 2023 per una fetta importante di aziende» è l’allarme di Assovernici.

Minacce nuove e vecchie incombono sulle imprese: domanda in contrazione, scarsità di manodopera, rialzo dei tassi, dilazioni nei tempi di incasso e pagamento, costi di trasporto, energia e materie prime. La spirale di complessità che attanaglia il sistema economico italiano ed europeo prosegue nel 2023 con indicatori economici che preoccupano Assovernici. L’Associazione che rappresenta i produttori di pitture e vernici per edilizia, produttori di vernici in polvere per l’industria e vernici liquide per l’industria, avverte: «crescono i costi per le imprese, mentre stagnano le vendite e si contraggono i margini aziendali. Da aprile 2020 il rialzo delle materie prime non ha dato tregua al nostro comparto e il primo trimestre 2023 ha registrato un nuovo aumento dei costi rispetto al primo trimestre 2022».

Non è tutto: già penalizzato dal crescente valore di acquisto di solventi, pigmenti, imballaggi ed energia, il comparto oggi deve fare i conti con ulteriori difficoltà, a partire da una domanda nettamente inferiore e dal crescente costo del personale dovuto all’inflazione. Le aziende, infatti, subiscono gli effetti della stretta sincronizzata delle politiche monetarie volte al controllo degli alti livelli inflativi con i conseguenti aumenti dei tassi d’interesse e ricadute negative su investimenti e finanziamenti.

Le imprese italiane del comparto vernici, che in questi ultimi anni così difficili hanno dimostrato di saper reagire con rapidità ed efficienza, garantendo prodotti finali inalterati a livello qualitativo, vedono quindi crescere i pericoli dell’inflazione e dei tassi, fino a qualche mese fa considerate variabili poco rilevanti.

In particolare, si segnala che nei primi 3 mesi del 2023 i costi di alcune materie prime strategiche sono aumentati rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Parallelamente, quelli dell’energia sono saliti alle stelle e, sebbene si sia registrato un calo negli ultimi mesi, il costo di gas ed elettricità è ancora tre volte superiore a due anni fa. Analogamente, anche se alcuni materiali, come N-butanolo e B-butile acetato, hanno visto una riduzione di prezzo, a febbraio i loro valori sono ancora circa il doppio rispetto alla media del 2020.

Negli ultimi due anni tutti i costi sono cresciuti: i trasporti, ma anche le spese per servizi. In misura maggiore o minore, tutti i prezzi stanno lievitando o comunque mantengono un rialzo smisurato rispetto a tre anni fa. Impossibile sostenere questi oneri per le imprese, che in parte hanno visto una brusca compressione dei margini operativi e in parte li hanno dovuti riversare sul mercato, alimentando un circolo vizioso al continuo rincaro che penalizza tutti.

Lo scenario rischia di indebolire l’impegno delle imprese in termini di ricerca e sviluppo e di qualità, temi che, invece, dovrebbero sempre essere premiati e incentivati. La corsa al prezzo, inoltre, spesso non permette di indirizzare le scelte del consumatore nella direzione di un risultato migliore in termini di qualità, sostenibilità ed efficienza.

Comunicato stampa