IPCM: Il nuovo Rapporto di Sostenibilità di Assovernici traccia la strada di una transizione rispettosa di ambiente e persone
Assovernici, l’associazione italiana che rappresenta le principali aziende operanti nei settori della produzione delle vernici per l’industria e l’edilizia, ha presentato all’ultimo Product Sustainability Summit Europe di Colonia in Germania (25-26 novembre), il nuovo Rapporto di Sostenibilità. Basandosi sulla sempre maggior sensibilità delle aziende verso le tematiche ambientali e sociali grazie all’ormai consolidata affermazione dei criteri ESG, il Rapporto si pone come obiettivo quello di quantificare l’impegno degli associati e delineare, in questo modo, un benchmark prezioso per tracciare la strada di una trasformazione davvero sostenibile. In questa intervista Paolo Bonamigo, responsabile dell’Area Tecnico Normativa di Assovernici, descrive l’attuale situazione del settore fotografata attraverso il Rapporto di Sostenibilità e delinea le nuove sfide da superare e i nuovi traguardi da raggiungere a partire dalla formulazione dei prodotti rapportata con l’attuale – e non ancora definito – quadro normativo.
Durante l’ultima edizione del Product Sustainability Summit Europe ci si è concentrati sui modi in cui i produttori e i loro fornitori possono orientarsi in un panorama normativo sempre più complesso in materia di sostenibilità. Quali sono le principali direttrici su cui le aziende associate dirigono il loro impegno in questo senso?
Le principali direttrici sono due: in primo luogo la gestione responsabile delle risorse con particolare attenzione ai consumi idrici. L’obiettivo generale è infatti quello di ridurre gli sprechi e ottimizzare l’utilizzo delle materie prime per aumentare i volumi di produzione a fronte di un minor consumo.
Grande attenzione è prestata inoltre all’efficientamento energetico attraverso un crescente utilizzo di energia da fonti rinnovabili, sia con impianti interni che tramite fornitori esterni.
Quest’anno Assovernici ha pubblicato un ambizioso Rapporto di Sostenibilità, presentato in occasione dell’evento. Con quali criteri è stato realizzato il documento e con quali obiettivi?
Il Rapporto di Sostenibilità di Assovernici è stato realizzato con l’obiettivo di comprendere in maniera concreta come si muove il comparto che rappresentiamo.
La base di partenza nasce da un progetto promosso dal nostro Comitato Sostenibilità che ci ha consentito, innanzitutto, di sviluppare un set di indicatori chiave per monitorare i principali aspetti ambientali delle aziende associate negli ultimi 5 anni. A questo si è aggiunto, lo scorso anno, un corposo sondaggio somministrato ai membri, finalizzato a tracciare anche gli aspetti sociali e di governance.
In questo modo, le risposte ricevute hanno reso possibile la definizione di un benchmark dedicato per le aziende del settore, stimolandole a migliorare le proprie performance: un approccio, dunque, che va oltre la mera comunicazione autoreferenziale.
Il documento costituisce un punto di riferimento importante per le imprese che desiderano impegnarsi in un percorso di sostenibilità: tanto più che la raccolta dati è particolarmente precisa in quanto effettuata da una realtà indipendente ed esterna all’Associazione, che ha consentito di delineare una panoramica fedele e dettagliata del settore.
Quali sono gli indicatori chiave e le esperienze più interessanti emerse?
Sicuramente è degna di nota la crescente attenzione, da parte degli associati, verso temi legati a una gestione sostenibile in senso lato delle aziende, con riferimento anche agli aspetti sociali e di governance. Sul fronte produttivo, inoltre, abbiamo rilevato che alcune certificazioni legate all’ambiente e alla sicurezza sono adottate pressoché uniformemente, anche dalle piccole aziende: per le quali ottenerle non solo implica un notevole impegno economico, ma anche un costante lavoro di verifica e monitoraggio, essenziale per mantenere elevati gli standard.
Quali sono gli strumenti e le certificazioni più adottati dagli associati?
Dal Rapporto di Sostenibilità emerge come le aziende che fanno parte di Assovernici siano sempre più attente agli indicatori legati alle emissioni, e in linea generale orientate a dotarsi di certificazioni legate agli aspetti ambientali delle organizzazioni o dei prodotti. Non dimentichiamo, del resto, che sono in aumento i driver legislativi che richiedono strumenti sempre più specifici: a essere sotto i riflettori, per esempio, non sono più solo le emissioni cosiddette Scope 1 e 2 (ossia quelle dirette di gas serra e quelle indirette, derivanti dalla generazione di elettricità, calore e vapore, acquistati e consumati, N.d.R.): ma anche quelle identificate come Scope 3, ossia prodotte da fornitori e clienti.
Quali, invece, quelli destinati a richiamare sempre maggiore attenzione in un futuro prossimo?
Innanzitutto è importante ricordare che il comparto delle pitture e delle vernici è fra i principali a essere coinvolti dal Regolamento Quadro 2024/1781 “Ecodesign for Sustainable Products Regulation (ESPR)”. Come sappiamo, si tratta di uno strumento teso a definire le caratteristiche di progettazione che i prodotti devono avere per ritenersi sostenibili dal punto di vista ambientale: dall’uso responsabile delle risorse, alla riciclabilità dei componenti, alla tracciabilità di eventuali sostanze critiche. Sarà quindi sempre più importante disporre di strumenti adeguati a dare tracciabilità a quanto richiesto; così come rispondere agli obblighi imposti dalla Corporate Sustainability Reporting Directive – CSRD (Direttiva 2022/2464), inerente alla rendicontazione di sostenibilità aziendale. Consapevole dell’importanza di questi aspetti, l’Associazione ha infatti incentrato l’ultima Assemblea associativa sui temi legati alla Direttiva CSRD come opportunità per sviluppare l’identità ESG dell’azienda.
Sarà tuttavia importante vedere come le normative citate saranno implementate dalla nuova Commissione: auspicando che l’obiettivo sia quello di evitare che una eccessiva pressione burocratica comprometta la competitività delle imprese.
Si prevedono novità particolari per la prossima edizione del Rapporto?
Al momento l’idea dell’associazione è quella di proseguire con la raccolta dati su base annuale al fine di tracciare un trend sempre più significativo nel segno della continuità: è, a mio avviso, nella terza edizione che si potrebbe prevedere qualche novità.
In che modo la sua elaborazione può essere di stimolo alle aziende associate al fine di evolvere nel loro percorso verso la sostenibilità?
Come accennato, l’elaborazione del Rapporto di Sostenibilità può essere di stimolo alle aziende associate al fine di evolvere nel loro percorso verso la sostenibilità in diversi modi: includere un’analisi comparativa, o benchmarking, permette infatti loro di confrontare le proprie performance con quelle di altre imprese del settore, stimolandole a migliorare le pratiche interne. Il benchmarking può, in sintesi, contribuire a definire obiettivi di sostenibilità più ambiziosi.
Quali sono oggi, a livello normativo, le sfide più difficili da affrontare?
ll panorama normativo attuale pone significative sfide alle aziende chimiche, principalmente a causa dei regolamenti ESPR, che ho già menzionato, e dell’attesa riforma del Regolamento REACH. Per quanto riguarda quest’ultimo, le principali difficoltà per le aziende derivano dall’incertezza nell’implementazione, poiché ci sono aspetti ancora da definire, come la registrazione dei polimeri o possibili restrizioni all’uso di sostanze in prodotti per i consumatori, che potrebbero investire significativamente le aziende associate. A complicare ulteriormente il quadro, CSRD ed ESPR si aggiungono a un contesto normativo già complesso, che impone alle aziende significativi sforzi per mantenere la compliance. Infine, l’attuale scenario economico e politico, caratterizzato da estrema incertezza, inflazione e difficoltà di approvvigionamento, rende ancora più difficile per le aziende sostenere l’impegno e gli investimenti necessari a adeguarsi.